È di questi giorni la notizia che l’associazione omosessuale Stonewall in Inghilterra abbia pubblicato la prima guida pratica in materia di adozione, donazione di sperma e genitorialità per gli uomini gay.
La guida è stata co-finanziata dalla Banca dello sperma di Londra con lo slogan «Per gli uomini gay non c’è stato mai momento migliore per costruire una vera famiglia».
La guida si basa sui risultati di uno studio commissionato dall’associazione Stonewall all’Università di Cambridge, secondo il quale i bambini affidati a genitori dello stesso sesso avrebbero lo stesso grado di educazione e conoscenza rispetto a quelli cresciuti da coppie eterosessuali.
Stonewall sottolinea l’unicità e l’importanza di questa guida, prima nel suo genere, per la possibilità di favorire i gay a costruire una vera famiglia, attraverso una valutazione delle varie opzioni, consigli pratici e una rassegna dei luoghi da visitare per ottenere supporto.
La guida offre anche una panoramica delle principali modifiche legislative che hanno interessato il mondo omosessuale negli ultimi anni. Oltre tutto, questa pubblicazione rappresenta un modo per riconsiderare le proprie scelte, per i gay che finora si sono negati la possibilità di essere padri.
Non stupisce che la guida ai papà gay sia uscita in un Paese all’avanguardia in materia di adozione, diversamente dall’Italia. In Inghilterra, infatti, fino a cinque anni fa una coppia non sposata, anche omosessuale, poteva prendere in affidamento un bambino, ma la responsabilità legale ricadeva su uno solo dei due partner.
Dal 2005, secondo le associazioni britanniche interessate alla tutela dei minori ed all’affidamento, è stata avviata la più importante riforma degli ultimi trent’anni, riguardante il diritto ad adottare da parte di tutte le coppie di fatto, etero e gay.
Pur avendo beneficiato di questa riforma, attualmente pochi inglesi omosessuali prendono in affidamento un bambino: nell’ultimo anno solo 60 di 3200 bambini adottati sono stati affidati a coppie gay. E così, il numero di bambini adottati da gay, pur essendo raddoppiato dal 2007, rimane ancora inferiore al 2% del totale.
Ci auguriamo che l’uscita di questa guida sia di incoraggiamento per scriverne un’altra al femminile (intanto!) e che possa fungere da volano perchè in Italia si rivedano le enormi lacune nei confronti dei diritti delle coppie omosessuali.
Articolo a cura delle dott.sse Ilaria Peter Patrioli e Paola Biondi